Le nuove forme della materia nell’edilizia

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Nell’edilizia del futuro troverà sempre maggiore impiego un materiale sostenibile, sofisticato e in grado di ottenere altissime prestazioni come il calcestruzzo.

Le costruzioni muovono verso la digitalizzazione, che è stato proprio uno dei temi principali dell’edizione 2020 di Saie – la fiera delle costruzioni. Illustrare le nuove frontiere dell’edilizia è stato l’obiettivo dell’iniziativa Costruzioni 4.0: Bim – Prefabbricazione – Digital Twin, promossa anche da Arbloc, azienda leader nella produzione di casseforme in polistirolo espanso.

Per raccontare il nostro sguardo al futuro non dimenticando le nostre radici abbiamo intervistato Giorgio Piovesan, Ceo di Arbloc che ci ricorda che «Arbloc opera da più di quarant’anni e in questo arco di tempo il mondo delle costruzioni è profondamente cambiato. Per questo, l’azienda è cresciuta, sapendosi adattare sempre alle richieste del mercato e investendo in ricerca e sviluppo per ottenere nuove soluzioni tecniche e funzionali per la committente».

Arbloc ha partecipato a Saie 2020 con un progetto del Politecnico di Milano. Quale è stato il contributo dell’azienda a questa iniziativa che promuove un nuovo modo di progettare e costruire?

Il Politecnico di Milano con il laboratorio di Lecco ha dato vita durante l’edizione della fiera Saie di Bologna all’iniziativa Costruzioni 4.0 presentando lo stato dell’arte della ricerca in ambito di “digital fabrication”, realizzando un prototipo con forme libere in collaborazione con Basf e Xengineering. Il nostro compito è stato realizzare lo stampo su cui è stato estruso questo prototipo. Negli ultimi mesi prima dell’evento ci siamo dedicati a studiare e preparare lo stampo più adatto al tipo di intervento che il Politecnico voleva realizzare».

Quarant’anni di storia per Arbloc, quale crede sia stata la chiave vincente per restare in maniera competitiva sul mercato?

«Non perdere mai di vista la missione aziendale: penso sia stata questa la chiave vincente. La nostra mission è sempre stata produrre casseforme per edilizia in polistirolo espanso per i getti di calcestruzzo. E lo abbiamo fatto anche quando il mercato sembrava esaurito: abbiamo insistito e investito, migliorando la qualità del nostro prodotto, allargando la gamma dei rivestimenti offerti e utilizzando nuovi sistemi produttivi. Il nostro è un prodotto di nicchia: si tratta di un segmento di mercato molto piccolo e specifico che però ci ha sempre riconosciuti come protagonisti propositivi e disposti ad affrontare nuove sfide. Quarant’anni fa Arbloc è nata per fare casseforme riutilizzabili per loculi, risolvendo necessità pratiche del cantiere e delle imprese, questo è il nostro obiettivo tuttora. Oggi, infatti, il nostro proposito è affiancare le imprese nella realizzazione di strutture in calcestruzzo dalle forme complesse».

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Una parte importante del fatturato proviene dall’export. Perché una cassaforma Arbloc si presta bene al sistema costruttivo estero?

«Il mercato estero, e in particolare quello europeo, ha rappresentato per Arbloc un’opportunità determinante perché in Europa esiste una norma per definire la qualità del faccia a vista dove la classe più alta del calcestruzzo viene definita come “calcestruzzo artistico”. Certamente un calcestruzzo artistico richiede un gioco di squadra incredibile che coinvolge molti soggetti: serve una casseforma, una struttura di ferro, un calcestruzzo adeguato e infine, ma non ultima, una posa a regola d’arte. Non è un lavoro improvvisato e basta un piccolo errore per compromettere il risultato finale. Alla luce di questi aspetti, un calcestruzzo artistico deve essere pagato adeguatamente.  Questo è l’aspetto che manca nel nostro Paese, dove purtroppo si è radicata l’opinione che il calcestruzzo sia un materiale povero e, quindi, economico».

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Come i prodotti Arbloc possono contribuire a innovare i sistemi costruttivi in Italia e all’estero?

«I mercati sono sempre in evoluzione e cercano qualcosa di nuovo. Nel campo dell’architettura, in particolare, si intravedono progetti con forme innovative che sempre di più concedono libertà all’immaginazione del progettista. Per realizzarli nel campo dell’edilizia il calcestruzzo rimane ancora oggi il materiale più duttile, ma necessita di una cassaforma per contenerlo e conferirgli la forma desiderata. Questo è ciò che facciamo con le nostre casseforme: diamo forma alle idee dei progettisti, accettando la sfida che essi ci pongono e supportando le imprese per vincerla. Certamente più si alza il tiro a livello progettuale più si devono migliorare le performance della casseforma Arbloc. Senza sottovalutare alcun passaggio: a partire dalla consulenza commerciale, alla progettazione tridimensionale fino alla lavorazione artigianale. Ogni nostro prodotto è unico e studiato sulle richieste del cliente: è perciò frutto di un lavoro “sartoriale” costruito attorno al progetto, che quindi mira a risolverne criticità e sostenere le imprese con soluzioni pratiche».

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